
Un contributo statale va a finanziare l’uso delle armi nelle scuole. La Federazione Italiana Tiro a Volo (FITAV) ha infatti annunciato di avere avuto accesso ai fondi messi a disposizione da Sport e Salute, l’azienda di proprietà statale destinata a promuovere sport e corretti stili di vita, il cui azionista unico è il Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Partirà così il Progetto C.A.R.E. che riguarda gli studenti degli Istituti Scolastici di Primo e Secondo Grado "per avvicinarli allo sport del tiro al volo con la conseguente attivazione dei Campionati Italiani Studenteschi".
LAV si dichiara assolutamente contraria a qualunque attività che promuova l’uso delle armi, tanto più quando quest’uso coinvolge alunni ed alunne.
“La FITAV è strettamente legata al mondo della caccia – dichiara Giacomo Bottinelli, responsabile Ufficio A Scuola con LAV – e purtroppo già sviluppa attività scolastiche, ma riteniamo particolarmente grave che tali attività siano messe in atto persino con il contributo dello Stato. La scuola italiana, in base alla Legge 92 del 2019 sull’educazione civica, dovrebbe portare avanti azioni volte 'ad alimentare e rafforzare il rispetto nei confronti delle persone, degli animali e della natura' (art. 3 comma 2) e non ci sembra che l’iniziativa FITAV vada in questa direzione. Chiediamo pertanto al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, di bloccare il finanziamento alla FITAV e di impegnare Sport e Salute a impedire in futuro qualunque utilizzo dei propri fondi a scopo di promozione dell’uso delle armi”.
Come si legge sul sito della FITAV “il progetto prevede lezioni in classe e pratica negli impianti di Tiro a Volo con Tecnici specializzati nella formazione dei ragazzi alle prime armi” e interessa otto regioni italiane.
In soli cinque mesi di questa ultima stagione venatoria sono stati 19 i morti e 60 i feriti per armi da caccia, in base ai dati dell’Associazione Vittime della Caccia. Una macabra statistica in linea con quanto emerso nella scorsa stagione, quando le vittime umane furono ben 90 suddivise fra 24 morti e 66 feriti.
“Ci auguriamo che la caccia e le attività connesse, come il tiro a volo, siano presto superate da una maggiore maturità collettiva – dichiara Bottinelli – ma nel frattempo è fondamentale, anche a tutela di tutta la cittadinanza, che sia portata avanti ogni azione preventiva alla diffusione delle armi, a partire proprio dal mondo scolastico”.