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Sono state rese pubbliche le statistiche riguardanti il numero di animali usati in Italia per fini sperimentali dal 2019-2022, raccolte secondo le modalità previste dalla Direttiva 2010/63/UE.

Inaccettabile che siano ancora 5.017 gli animali utilizzati per l’istruzione e la formazione, nonostante nel nostro Paese ci sia il chiaro divieto di procedure didattiche su animali – in deroga solo per l’alta formazione universitaria – e sia vigente, già dal 1993, la legge sull’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale.

Ormai sedici anni fa con la Nota Prot. 2219/P4 del 29 aprile 2008 il Ministero dell’Istruzione, in accordo con il Protocollo di Intesa già allora vigente con LAV, fece un importante passo per chiarire il divieto uso di animali e obbligo di utilizzo metodi alternativi nelle esercitazioni scolastiche in base alla allora vigente normativa.

Il decreto legislativo che nel 2014 ha attuato la direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici rafforza il principio secondo il quale l’impiego di animali va evitato quando esistano metodi alternativi e che in ambito didattico questi sono del tutto banditi grazie anche alla vasta e variegata la disponibilità di supporti didattici alternativi.

In più occasioni ci sono stati segnalati episodi di utilizzo di animali o parti di essi in esercitazioni nelle aule scolastiche, a conferma del fatto che ancora non esiste una consapevolezza pienamente diffusa tra gli insegnanti e i dirigenti scolastici.

Si ricorda pertanto l’inopportunità di utilizzare cadaveri di animali o parti di essi in esercitazioni didattiche.

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