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Apprendiamo con rammarico che i dirigenti scolastici del Verbano Cusio Ossola hanno ceduto alle proteste degli allevatori, ammettendo di aver commesso un errore nell’inserire nel Diario Amico il racconto di una bambina che parlava di mucche sfruttate. 

 

La polemica era iniziata nei giorni scorsi, quando sulla pubblicazione distribuita dallo stesso Ufficio Scolastico provinciale era comparsa un’intervista fittizia a una mucca, che si dichiarava stufa di partorire e fare latte per gli esseri umani.

Da quel momento, associazioni di allevatori e politici si erano scagliati contro l’Ufficio Scolastico e i curatori del Diario Amico, chiedendo il ritiro di tutte le copie. Alcuni deputati della Lega avevano persino presentato un’interrogazione parlamentare sul caso, contrastata da un’altra interrogazione dell’Onorevole Eleonora Evi del PD. La questione si era dunque amplificata, portando a un incontro tra i rappresentanti della scuola, il presidente della provincia e gli allevatori.

Sebbene il Diario Amico non verrà ritirato, la pressione mediatica e politica di una categoria produttiva ha pesantemente interferito con le libertà di espressione di stampa e di insegnamento sancite dalla Costituzione, colpendo il racconto di una bambina che ha descritto con precisione lo sfruttamento animale.

È un dato di fatto che le vacche siano fatte partorire per stimolare la produzione di latte, che il vitello venga tolto loro e destinato alla macellazione, e che il latte stesso venga prodotto in quantità abnormi per diventare formaggio e altri prodotti.

Il racconto con le parole della mucca esprime solo una verità che gli allevatori desiderano silenziare. Non è stato quindi un errore pubblicare il racconto della bambina, ma anzi un merito, poiché ha dato spazio a una prospettiva spesso nascosta dalla pubblicità e dalla facciata piacevole che il mondo dell’allevamento tenta di presentare.

Ci dispiace apprendere che da questa vicenda sia scaturito un ulteriore vantaggio per gli allevatori, già ampiamente favoriti nella narrazione scolastica: le scuole si sono impegnate ad attivare programmi didattici per la conoscenza delle stalle del territorio, in una chiave che (possiamo immaginare) sarà tutta a favore dell’immagine edulcorata che i produttori di latte e formaggio vogliono dare alla loro attività.

La LAV è al fianco di quanti, in questa vicenda, si sono battuti per la difesa del Diario Amico e dei suoi contenuti. Inoltre, desidera congratularsi con la giovane autrice del racconto, che ha saputo, con parole semplici, squarciare il velo di ipocrisia che avvolge costantemente l’allevamento.

 

 

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